CURIOSITÀ

“Storia del Ratafia”

Il termine ratafia, chiamato localmente anche ratafià o rataffia, indica qualsiasi tipo di liquore costituito da un infuso a base di frutta o succhi di frutta e alcol. Solitamente, la ratafia più conosciuta è a base di amarene o ciliegie.

Nacque in Piemonte intorno al 1600 dai frati cistercensi che la diffusero in tutta Italia e soprattutto in Abruzzo.

Esistono due modi per produrre ratafia: o partendo da una base di vino (in Piemonte, ad esempio, si usa il Barbera d'Asti mentre in Abruzzo si usa il Montepulciano d'Abruzzo rosso), oppure creando un infuso di frutta, erbe e spezie in alcool puro.

La Ratafia si diffuse enormemente per essere utilizzata in riti propiziatori o di suggellamento per il buon esito di transazioni commerciali o firma di accordi. Conosciuto come il liquore dei notai che concludevano le stipulazioni con la locuzione "ut rata fiat", che significa l'atto da ratificare.

Quando la parola data valeva più di mille contratti, il colore rosso intenso del Ratafia simboleggiava una sorta di patto di sangue tra due persone: una stretta di mano e un brindisi con un bicchiere di "sangue di Morlacco" nome speciale che gli diede il grande poeta e scrittore Gabriele D'Annunzio.